Il mio studente

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29/10/2012 di UIV - Un Italiano Vero

Il mio studente, la mia disperazione: in tre anni di lezioni ha imparato tre parole. E nel frattempo se ne è dimenticate altre trentatré  Un saldo in rosso, che più rosso non si può. Ogni tanto mi capita di incontrare il mio studente anche al di fuori dell’aula del corso di italiano. Parlargli mi piace molto, perché tiene allenata la mente. La Settimana Enigmistica al confronto è un passatempo per poppanti. 

Capire il mio studente è davvero un enigma, un impresa. Al contrario, capire il mio studente diventa semplicissimo quando al posto dei manuali di grammatica si sostituiscono i codici del cuore. Il candore del suo spirito lo nobilita al di là di ogni dizionario; il suo sereno affrontare le avversità della vita lo fortifica; la sua urgenza di donare,  anche se pochi come lui avrebbero bisogno di ricevere, lo ammanta di una patina dorata, privilegio solo delle anime belle.

Questa sera c’è lezione. Il mio studente, puntuale come sempre, si siederà al tavolo. Anche stasera, come da tre anni a questa parte, mi inventerò un modo nuovo per far capire quando si usa io vado e quando invece si usa io sono andato. Il mio studente come al solito darà l’impressione di aver finalmente imparato. A fine lezione, però, comprenderò che così non è.

Io voglio tanto bene al mio studente e, nel mio fallimento di insegnante, dal buco della serratura ho l’occasione di ammirare un uomo ancora integro e puro. Nei dizionario dei suoi giorni, la crisi economica non si traduce in una crisi personale. Il mio studente sorride, sia quando pensa al saldo in rosso del suo italiano che al saldo in rosso del suo conto in banca.

Il mio studente non è contento per la sua situazione, eppure spera ancora di poterla migliorare. La speranza, al Carrefour, non c’è. Non si compra. Dei beni non in vendita il mio studente è ricchissimo. Grazie.